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Cronaca

Riapertura discoteche, D’Ambra (Assointrattenimento): "Difficile fare previsioni"

Questo fine settimana si ritorna a ballare, forse. Dopo la proroga delle chiusure delle discoteche decisa dal governo, la data dell’11 febbraio è vista ora da molti gestori come la luce in fondo ad un tunnel lungo due anni. L’apertura però non basta, sono tante le richieste da parte di gestori e associazioni di settore

Questo fine settimana si ritorna a ballare, forse. Dopo la proroga delle chiusure delle discoteche decisa dal governo, la data dell’11 febbraio è vista ora da molti gestori come la luce in fondo ad un tunnel lungo due anni. Ma, non essendoci ancora alcuna indicazione certa, l’entusiasmo di poter finalmente riaprire si mischia ad un sentimento di paura per eventuali passi indietro.

Le maggiori associazioni nazionali di categoria del settore Intrattenimento, Silb/Fipe e Assointrattenimento/Federturismo Confindustria, hanno chiesto che le discoteche e le sale da ballo siano riammesse alla loro naturale funzione imprenditoriale e sociale, esortando il governo a porre fine alle restrizioni e chiedendo garanzie su eventuali nuove chiusure che porterebbero al collasso definitivo di un settore già provato da questi due anni.

Le riaperture sarebbero comunque riservate solo a chi è in possesso del super Green pass, quindi vaccinato o guarito dal Covid-19, e sarebbero vincolate ad una capienza all’interno del 50% (che sale al 75% per gli ambienti all’esterno). Obbligatorie anche le mascherine in tutti gli ambienti del locale, tranne che in pista.

D’Ambra (Assointrattenimento): “Noi capro espiatorio del Governo”

“Come già siamo stati abituati da prima del decreto festività, la certezza dell’apertura non ci è mai stata data – spiega a CataniaToday Gabriele D’Ambra, vicepresidente di Assointrattenimento – e finchè non arriva il prossimo weekend ognuno di noi non sarà sicuro al 100%. C’è però un discreto ottimismo, in quanto il governo sembra orientato verso una riapertura graduale di tutti gli altri reparti, ma da qui al 31 marzo, con la fine dello Stato d’emergenza, difficile fare previsioni. La speranza è di poter ripartire definitivamente, almeno in vista della stagione estiva”.

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L’apertura fissata per questo weekend però non basta, sono tante le richieste da parte di gestori e associazioni di settore. “Chiediamo di eliminare da subito la limitazione della capienza al 50% - continua D’Ambra - Una discoteca in Italia per aprire deve passare dalla commissione di vigilanza di pubblico spettacolo, che è un insieme di regole e norme tra le più restrittive d’Europa. Noi con una capienza al 100% data dalla commissione, abbiamo la possibilità di mantenere la distanza e rispettare tutte le regole: la riduzione imposta dal governo è inspiegabile. La situazione a Catania poi è drastica: l’estate e l’autunno scorsi, qualcuno ha provato in maniera abusiva a fare serate, sminuendo l’avviamento delle nostre attività, dando in questo modo l’ultima mazzata. Adesso succederà che apriranno più locali ma mantenerli aperti con queste restrizioni sarà difficile”.

Questione ristori

L’eliminazione della capienza dimezzata non è l’unica richiesta. Sul tavolo c’è anche e soprattutto quella legata agli aiuti economici per il settore. “In questi due anni di chiusura, un terzo dei locali di intrattenimento e pubblico spettacolo non riaprirà più, non ha più le forze. Oltre all’evento disastroso in sé, a peggiorare ancor di più la situazione è stata per la mancanza totale di aiuti economici da parte dello Stato e della Regione. I ristori di 8 mila euro non coprono nemmeno le spese di gestione: chi aprirà lo farà già partendo in negativo. Chiediamo risarcimenti per tutti i danni subiti in questi due anni. Anche la Regione ci ha dimenticati, abbiamo visto elargire al mondo dello spettacolo quasi 23 milioni di euro, a noi solo le briciole, e lo diciamo a gran voce”.

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