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Le reazioni

Procura chiede l'archiviazione per Barbara Mirabella, Sallemi e Messina: "Piena solidarietà"

"C’era davvero l’esigenza - commenta Manlio Messina - di arrestare una persona senza che di fatto vi fosse nulla nelle mani?"

Il senatore di Fratelli d'Italia Salvo Sallemi, componente della commissione Giustizia, è intervenuto a seguito delle rivelazioni di stampa che riferiscono della richiesta di archiviazione per Barbara Mirabella, già assessore comunale a Catania e candidata nelle ultime regionali per Fratelli d'Italia, e coinvolta in un'indagine con gravi accuse che l'hanno portata anche a scontare un periodo di arresti domiciliari, poi revocati. "La mia piena solidarietà va a Barbara Mirabella - dice Sallemi - e non avevo alcun dubbio sulla sua innocenza. Stiamo parlando di una professionista affermata e di un amministratore pubblico che ha messo in campo competenza ed entusiasmo per Catania. A pochi giorni dalle elezioni regionali è arrivata l'ennesima inchiesta giudiziaria con un timing che fa riflettere. Un'inchiesta che vedeva Barbara Mirabella, che si trovava nel pieno della competizione elettorale, accusata di un reato grave quale la corruzione subendo per altro l'onta degli arresti domiciliari. Si tratta di atti che devastano umanamente, professionalmente e politicamente una persona. E a ciò si aggiungono i titoloni in prima pagina, la diffusione delle intercettazioni e una campagna politica di killeraggio mediatico messa in piedi dagli avversari politici. Oggi ci ritroviamo ad apprendere la richiesta di archiviazione del pm per Mirabella e la notizia da un lato ci riempie di soddisfazione ma dall'altro ci impone di agire perché questa non può essere chiamata giustizia. Non si può distruggere la vita e l'onorabilità di chi si impegna in politica in tal modo. Quindi occorre una riforma della giustizia volta a reprimere i fenomeni corruttivi ma nel solco del garantismo e delle indicazioni programmatiche già fornite dal ministro Nordio. Non è il primo caso di politici coinvolti in inchieste in prossimità del voto che poi, dopo qualche mese, si sgonfiano: chi pagherà per i danni subiti morali ed economici subiti da chi si trova in questa ghigliottina?".

Sulla vicenda è intervenuto anche Manlio Messina, vice capogruppo vicario alla Camera dei Deputati. "Arrestata in piena campagna elettorale come una delinquente qualunque. Oggi si chiede l’archiviazione perché non c’è nulla di quello ipotizzato. E chi pagherà per quei giorni d’inferno passati da lei e la sua famiglia? C’era davvero l’esigenza di arrestare una persona senza che di fatto vi fosse nulla nelle mani? Quanto vale tutto ciò? Ve lo dico io, non c’è prezzo per ripagare questa indegna vergogna, non c’è prezzo! A Barbara Mirabella, sorella mia, tutto il mio affetto, la mia stima e la mia solidarietà!".

Secondo l'accusa, la Mirabella avrebbe intascato attraverso una sua società una mazzetta da diecimila euro per agevolare l'organizzazione di un congresso medico a Catania. Nell'inchiesta della squadra mobile coinvolti anche un primario del Policlinico ed un imprenditore del settore farmaceutico.

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