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Sabato, 27 Aprile 2024
La rapina

Rapina a mano armata per portare via l'incasso di un benzinaio: arrestato

I carabinieri, in meno di 12 ore, hanno fermato un incensurato di 37 anni di Paternò che, con in mano una pistola e il volto coperto da un passamontagna e scaldacollo, ha rapinato il dipendente di un distributore di benzina

I carabinieri della tenenza di Misterbianco, in meno di 12 ore, hanno fermato un incensurato di 37 anni di Paternò, per rapina a mano armata ai danni di un dipendente di un distributore di benzina.

La rapina

I fatti risalgono a ieri sera, quando un 35enne di Paternò, impiegato in una stazione di servizio di via Gelso Bianco, si è recato presso una banca di via Garibaldi di Misterbianco per versare tutto l’incasso della giornata, pari a 2.200 euro. In particolare, erano le 21.30 circa quando l’impiegato, era giunto con la sua auto davanti all’istituto di credito, dove però ad attenderlo c’era il rapinatore.

Mentre infatti stava per scendere dalla sua auto per compiere l’operazione di versamento, la vittima era stata sorpresa da un uomo vestito con una tuta da meccanico, che giunto di corsa con in mano una pistola e il volto coperto da un passamontagna e scaldacollo, gli aveva intimato di consegnargli tutto il denaro. In quegli attimi, addirittura il malvivente, per incutere ancora maggior paura, aveva anche tentato di colpire l’addetto con il calcio della pistola, colpo che il 35enne era riuscito fortunatamente a schivare.

La "battaglia" con il dipendente

Momenti concitati durante i quali l’impiegato aveva cercato di opporsi al suo aguzzino con tutti i mezzi, fino a quando, però, il suo aggressore non si è impossessato sia delle chiavi della sua auto, che dell’incasso che era ancora dentro il portaoggetti del mezzo. Immediata a quel punto la fuga del criminale, che aveva subito raggiunto una Fiat Punto che aveva lasciato ferma sula strada con il motore accesso, quasi accanto all’auto dell'uomo, con la targa anteriore coperta da uno straccio, sulla quale è salito per fuggire.

Quest’ultimo, però, non aveva fatto i conti con la determinazione della vittima, che dopo averlo raggiunto per un attimo, è riuscito a strappare via il pezzo di stoffa dalla targa, memorizzandone una parte i numeri. Vano infine anche il tentativo del dipendente di recuperare il maltolto aggrappandosi allo sportello lato passeggero, poiché il rapinatore, noncurante delle conseguenze, aveva dato gas all’auto per fuggire ad alta velocità, facendo cadere a terra il 35enne.

Le indagini dei carabinieri

Immediata la richiesta di aiuto dell’uomo alla centrale operativa carabinieri di Catania, che ha subito inviato una pattuglia, giunta sul posto in una manciata di minuti, che dopo aver soccorso l’uomo, hanno acquisito le informazioni sulla targa e dato l’avvio alle indagini.

Nel frangente, i primissimi accertamenti svolti in coordinamento con la centrale operativa, hanno permesso di individuare l’autovettura in questione, che nonostante fosse ancora intestata al vecchio proprietario, era in realtà stata venduta ad una donna di 38 anni di Paternò. Si è poi passati alla visione delle immagini delle telecamere di video sorveglianza, attraverso le quali, grazie alla profonda conoscenza del territorio, i militari sono riusciti ad identificare l’autore della rapina, oltretutto il marito della proprietaria del veicolo utilizzato per la fuga.

La caccia all'uomo

È così scattata una vera e propria serrata “caccia all’uomo”, che ha avuto il suo epilogo in meno di 12 ore, quando gli investigatori hanno individuato la reale abitazione della coppia, differente da quella di residenza, sita via Suffragio del comune di Paternò. Acquisite, quindi, tutti i necessari elementi operativi per intervenire, gli investigatori della tenenza di Misterbianco, collaborati dai colleghi del nucleo radiomobile della compagnia di Paternò, hanno deciso di dare via al blitz.

Dopo aver cinturato la struttura per evitare possibili tentativi di fuga, i militari hanno quindi fatto irruzione all’interno dell’appartamento, dove è stata bloccata la coppia che, sia per la velocità dell’azione che per il dispositivo ben predisposto, non ha opposto alcuna resistenza, né tentato di scappare. A quel punto, fondamentale è stata l’opera di convincimento dei militari, che supportati anche dalle parole della donna, totalmente estranea ai fatti, hanno indotto l’uomo a collaborare, alla luce anche del fatto dell’evidente quadro indiziario.

La confessione del 37enne

Il 37enne ha così deciso di confessare la rapina fornendo, al personale operante, le indicazioni necessarie per recuperare importanti elementi di prova connessi al reato predatorio. In tal modo, sono stati ritrovati il passamontagna, lo scaldacollo, la tuta da meccanico, nonché una targa posteriore di una Mercedes con fermo amministrativo. Mentre infatti la vera targa del mezzo usato nella rapina, quella anteriore, era stata coperta col panno strappato dalla vittima, quella posteriore era stata appunto sostituita con la targa della Mercedes, con la speranza vana, di non farsi identificare. Il 35enne fermato è stato collocato presso la casa circondariale di piazza Lanza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ha convalidato il fermo disponendo anche la sua permanenza in carcere in regime di custodia cautelare.

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