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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Sentenza migranti, giudice Apostolico: "Questione giuridica non diventi personale"

Il giudice Iolanda Apostolico, lo scorso 29 settembre, non ha convalidato il trattenimento di tre migranti tunisini fermati dal questore di Ragusa, sconfessando di fatto il cosiddetto decreto Cutro e per questo è stata travolta dalle polemiche

"Non voglio entrare nella polemica, né nel merito della vicenda. Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale". E' quanto dichiara all'Ansa il giudice Iolanda Apostolico che, lo scorso 29 settembre, non ha convalidato il trattenimento di tre migranti tunisini fermati dal questore di Ragusa, sconfessando di fatto il cosiddetto decreto Cutro e per questo è stata travolta dalle polemiche.

"Noi decidiamo secondo scienza e coscienza, e secondo la legge". Marisa Acagnino, giudice catanese che da anni si occupa di immigrazione e che lavora nello stesso ufficio di Iolanda Apostolico, si schiera con la collega.

"La collega - spiega - ha disapplicato il provvedimento, tra l'altro, perché questo tipo di trattenimento si può fare in frontiera e in questo caso i migranti erano sbarcati a Lampedusa, poi erano transitati a Palermo e infine erano stati portati a Pozzallo, poi c'era il problema legato alla normativa europea e infine mancava il provvedimento della commissione apposita sulla manifesta infondatezza o inammissibilità della domanda di asilo". "L'elenco dei Paesi sicuri - prosegue - è un elenco ministeriale che non vincola il giudice, è un atto amministrativo e per giurisprudenza costante i magistrati non sono vincolati". Acagnino a febbraio disapplicò il decreto Piantedosi sui soccorsi in mare ed è stata oggetto di pesanti critiche per la sua adesione a Md, la corrente di sinistra delle toghe. "Io sono orgogliosa di essere di Magistratura Democratica , - dice - aderire a una corrente non significa che le proprie idee incidano sulle decisioni o che mi condizionino. Critichino nel merito i provvedimenti".

Anche il presidente della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, esprime il suo punto di vista in base alle nuove norme sui migranti varate dal governo Meloni, di alcune persone richiedenti asilo ritenendo in contrasto con la normativa comunitaria la previsione di una cauzione. Mirabelli dichiara all'Ansa che "la questione è ancora aperta, in quanto ci sarà un appello con l'impugnazione da parte dell'autorità amministrativa" e in seguito non si può escludere "che il questore limiti la libertà personale in maniera meno afflittiva, magari imponendo l'obbligo di dimora o quello di presentarsi all'autorità di pubblica sicurezza". Il giurista rileva infatti che "la motivazione del giudice di Catania si basa largamente sul difetto di motivazione che giustifichi la misura restrittiva della libertà personale". "Certamente il tema della restrizione della libertà personale è molto delicato e il decreto legge prevede tempi molto lunghi, anche fino a 18 mesi, seppure rinnovati", rileva Mirabelli.

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, al termine del Comitato per l'ordine e la sicurezza a Imperia ha dichiarato che "dalla lettura degli atti e della decisione del giudice sono convinto che ci siano gli estremi per impugnare. Quindi - ha aggiunto il ministro - impugneremo e siamo convinti che abbiamo ragioni da sostenere nel grado di giudizio successivo".

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