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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Parla il pentito Vincenzo Castelli, arrestati cinque spacciatori vicini al clan Santangelo

Facendo leva sulla forza intimidatrice del clan, i due fratelli Castelli avevano imposto ai vari spacciatori locali l’obbligo di rifornirsi di cocaina dal loro gruppo, che aveva disponibilità di armi da sparo proprio per rafforzare la propria posizione

La questura di Catania ha eseguito questa mattina un'ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale etneo, che ha disposto la misura cautelare della custodia cautelare a carico di cinque persone, due delle quali condotte in carcere e tre ai domiciliari. Sono tutti indagati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di eroina, cocaina e marijuana per conto del clan Santangelo – Taccuni, frangia adranita dei Santapaola-Ercolano. In carcere sono finiti Gaetano Di Giovanni e Salvatore Restivo, mentre ai domiciliari Fabio Castelli, Vincenzo Bauso e Agatino Di Marzo. Il provvedimento restrittivo è stato emesso nell'ambito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e svolte tra i mesi di settembre e dicembre 2019, dal commissariato di polizia di Adrano e dalla squadra mobile – sezione criminalità organizzata. Le intercettazioni telefoniche, ambientali e video hanno consentito di acquisire significativi elementi di colpevolezza a carico degli indagati. I promotori dell'organizzazione erano, secondo gli inquirenti, i fratelli Fabio e Vincenzo Castelli, quest’ultimo poi divenuto, in seguito al suo arresto, collaboratore di giustizia.

Oltre a ricostruire la struttura interna del gruppo criminale, le indagini hanno permesso, di risalire ai canali di approvvigionamento della droga, che si riforniva di cocaina e marijuana tramite alcuni trafficanti catanesi appartenenti al clan Santapaola – Ercolano. Mentre l'eroina era acquistata da un trafficante di Palagonia. Un'abitazione ubicata in via Rometta, ad Adrano, era la base dello spaccio, che avveniva anche tramite una rete di cellulari-citofono, tramite i quali i pusher dell’organizzazione venivano contattati dagli acquirenti che indicavano loro i quantitativi di droga che intendevano acquistare. La droga era poi nascosta in un garage ubicato in via La Malfa, sempre ad Adrano. L'organizzazione faceva confluire i guadagni in una "cassa comune" gestita in modo centralizzato dai fratelli Castelli, che erano tenuti a corrisponderne una percentuale ai vertici del clan mafioso Santangelo di Adrano.

Facendo leva sulla forza intimidatrice del clan, i due fratelli avevano imposto ai vari spacciatori adraniti l’obbligo di rifornirsi di cocaina dal loro gruppo, che aveva disponibilità di armi da sparo proprio per rafforzare la propria posizione e non farsi trovare impreparati in caso di conflitto. Le indagini hanno portato nel tempo a diversi arresti di membri del gruppo criminale, con sequestri di droga ed armi. Il 4 novembre 2019 è stato tratto in arresto di Vincenzo Castelli, con il sequestro di una pistola semiautomatica Beretta calibro 9x21 con matricola abrasa, un fucile calibro 12 con matricola abrasa e canne mozzate, 170 grammi di sostanza stupefacente del tipo eroina, 1,250 chili di marijuana, un giubbotto antiproiettile e svariato munizionamento di calibro 380, calibro 7.65 e calibro 12. Il 9 novembre 2019 è stato arrestato Federico Longo. Con lui anche Giovanni D'Aparo. In questa circostanza è stato effettuato il sequestro di 50 grammi di eroina; Infine, il 23 dicembre 2019 è stato effettuato l'arresto di Fabio Castelli, con il sequestro di 200 grammi di cocaina, 50 grammi di eroina e 20 cartucce calibro 7.62x39.

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