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Cronaca Mineo

Strage nel depuratore di Mineo, l’appello della madre di un lavoratore morto

"Uno di loro era mio figlio - racconta Maria Agrippina Amantia, promotrice della petizione su Change.org - e si chiamava Salvatore Pulici, aveva 37 anni e ha lasciato due bambini di cui una bambina che all'epoca aveva appena 5 mesi e mezzo"

L'11 giugno del 2008, in una vasca del depuratore comunale di Mineo, persero la vita sei padri di famiglia. “Uno di loro era mio figlio - racconta Maria Agrippina Amantia, promotrice della petizione su Change.org - e si chiamava Salvatore Pulici, aveva 37 anni e ha lasciato due bambini di cui una bambina che all'epoca aveva appena 5 mesi e mezzo”. 

Sei lavoratori, la cui unica colpa è stata quella di scendere ignari in un pozzetto di collegamento fra due vasche di depurazione per procedere alla loro pulizia, vasche dove nottetempo una ditta andava a sversare rifiuti tossici. Sono morti per l'inalazione di sostanze tossiche. I rifiuti sversati dalla ditta in questione, mescolati a quella che doveva essere oramai acqua depurata, si riversavano nel fiume sottostante, dove poi veniva prelevata per irrigare campi agricoli.

“La ditta ha causato la morte di sei persone e indirettamente di chissà quante persone ammalatesi di tumore a causa dell'inquinamento ambientale - prosegue Maria Agrippina Amantia - Queste vittime sono vittime di connivenze mafiose. Ho lanciato la petizione su Change.org per chiedere che finalmente sia fatta giustizia e che le sei vittime vengano onorate della qualifica di vittime della mafia”.

Finora la petizione di Maria Agrippina Amantia ha raccolto oltre 1.500 firme. “Provate ad immaginare solo per un attimo cosa significa salutare un marito, un padre, un figlio, che si reca al suo lavoro e non vederlo ritornare mai più”, conclude Maria Agrippina.

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