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La Uil si appella alla Pfizer: "I vaccini si producano anche a Catania"

Lo dichiarano i segretari generali di Uil Sicilia e Uil Catania, Claudio Barone ed Enza Meli, che in luglio insieme con la UilTec avevano promosso nella sala “Mico Geraci” dell’organizzazione etnea il convegno: “Produrre vaccini a Catania. Perché no?!”

Produrre i vaccini a Catania. La proposta arriva dai segretari generali di Uil Sicilia e Uil Catania, Claudio Barone ed Enza Meli, che in luglio insieme con la UilTec avevano promosso nella sala “Mico Geraci” dell’organizzazione etnea il convegno: “Produrre vaccini a Catania. Perché no?!”

“Adesso che sembra avvicinarsi l’introduzione legislativa dell’obbligo vaccinale anti-Covid - dicono i sindacalisti - autorevolmente sollecitata anche da Pierpaolo Bombardieri e dagli altri leader del movimento sindacale italiano, sarebbe tragicomico ritrovarsi ancora una volta in carenza di fiale. Più tragico che comico, in realtà. Con maggiore decisione, allora, affermiamo oggi: l’Italia ha bisogno di vaccini, Catania può produrli! E Pfizer può produrli nel suo stabilimento di Catania, specie ora che ha ottenuto l’approvazione del proprio prodotto in via definitiva per gli Stati Uniti e che lo stesso provvedimento appare prossimo anche in Europa e nel nostro Paese”.

Barone e Meli aggiungono, ricordando la loro iniziativa: “Ripartiamo dalla comune disponibilità raccolta nella sala Geraci il 29 luglio, quando avevano convintamente aderito al nostro appello-denuncia il sindaco Salvo Pogliese, l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e l’ex ministro alla Sanità Giulia Grillo. Con loro vogliamo subito tornare a confrontarci, così com’era stato impegno di tutti, per affrontare a ogni livello istituzionale una questione così strettamente connessa al diritto alla vita dei lavoratori, dei pensionati, delle famiglie, dei cittadini.”.

“Confermiamo intanto alla Pfizer – aggiungono i segretari di Uil Sicilia e Uil Catania – l’invito a rompere il muro di silenzio sugli investimenti per nuove linee produttive, non solo anti-Covid. Ribadiamo la necessità che gli incrementi di fatturato non finiscano nei paradisi fiscali, ma per progettare e creare futuro anche nella nostra Isola. Un fronte vasto può mobilitarsi attorno a questo progetto, coinvolgendo pure le associazioni datoriali”. Claudio Barone ed Enza Meli concludono: “Una linea di fabbricazione dei vaccini non si crea in pochi giorni, quindi s’è già perso troppo tempo. Alla Pfizer di Catania, però, non sarebbe necessario partire da zero. Esiste infatti un considerevole patrimonio umano e professionale assicurato da lavoratrici e lavoratori di quello stabilimento che chiedono solo di valorizzare a beneficio di tutta la popolazione un elevato potenziale sia a livello strutturale, sia di maestranze. Lo ha detto il 29 luglio la nostra Rsu aziendale Ornella Greco e noi facciamo nostre ancora oggi le sue parole”.

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