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Cronaca Cibali / Via Vincenzo Casagrandi

A Catania una piccola "Cinecittà" ha visto la luce: la Etna Film a Cibali

L'edificio, o ciò che ne resta, si trova in via Casagrandi e racconta un passato glorioso ma breve per la fervente attività culturale cittadina con imprenditori pronti a investire. Non era stata l'unica casa di produzione cinematografica del tempo ma le strutture create erano moderne e innovative per il periodo

Da qualche settimana l'apertura della stazione metro di Cibali ha, per certi versi, fatto riscoprire alcune "chicche" del quartiere rimaste sepolte dal tempo. Una di queste è visibile proprio a poca distanza dalla stazione, si trova in via Vincenzo Casagrandi ed è un grande complesso che ha ospitato quella che era una piccola Cinecittà catanese all'inizio del secolo scorso. Si tratta dello stabilimento, poi stato anche una sorta di campo "profughi" durante la guerra e utilizzato dall'Oda per scopi sociali, che era stato costruito per portare le grandi produzioni cinematografiche a Catania, sotto il nome della società Etna Film.

Il "sogno" di un imprenditore

L'Etna film era nata il 31 dicembre del 1913 grazie alla volontà del cavaliere Alfredo Alonzo, un imprenditore attivo nel campo dello zolfo e delle esportazioni. Consigliato da un amico drammaturgo cercava il successo in campo cinematografico e non badò a spese, chiamando tecnici da tutta Italia e acquistando attrezzature all'avanguardia. Come racconta la ricercatrice Giusy Nicolosi in un articolo reperibile nel sito della Città Metropolitana lo stabilimento sorgeva "su un perimetro di 23.000 mq e vi si accedeva da quattro entrate (sappiamo che una era adiacente alla stazione della Circumetnea tutt'ora esistente e un’altra in via Cibele). All’interno, oltre a quattro villini che ospitavano i vari uffici, vi erano numerose costruzioni".

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"Un orgoglio per la casa di produzione - racconta ancora Nicolosi - erano i due teatri di posa: il più “piccolo” di 20 metri x 18 e il più grande di 26 metri x 30 (cioè circa 900 mq di ampiezza, capace di ospitare le riprese di quattro diverse scene in contemporanea ). Poi i camerini ed i saloni per gli attori e le comparse; un’officina per i fabbri, una per i falegnami e una per gli scenografi; la sartoria; i depositi del legname, delle scenografie, del “mobilio” e di tutto il necessario per la ricostruzione degli ambienti, "in quantità straordinaria, di tutti gli stili, le epoche, le qualità"; un garage, con cinque automobili ed un autobus, e una scuderia con cavalli e carrozze". Ma c'erano anche laboratori per lo sviluppo, il lavaggio, la coloritura, la stampa, la revisione e il collaudo delle pellicole, e una sala di proiezione. 

I film e poi il sipario che cala

Nel 1914 l'Etna film girò una sorta di kolossal a tema religioso, Christus, impiegando un gran numero di maestranze e un cast di livello. Lo sforzo per girare una pellicola del genere, sotto il profilo economico, fu notevole ma i risultati non compensarono l'investimento. Sino al 1916 l'Etna film continuò a girare ma poi la guerra, la crisi economica portano il cavaliere Alonzo a dismettere la struttura nel 1920. Gli stabilimenti verrano quindi venduti e prenderanno tutt'altra destinazione d'uso, con un passaggio all'Oda per scopi caritatevoli. Una storia comunque da ricordare e che potrebbe suggerire - per valorizzare la zona - anche una sorta di percorso storico e turistico per far conoscere quella che fu una piccola Cinecittà nel profondo sud della Sicilia.

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