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Domenica, 28 Aprile 2024
L'allarme del sindacato

Detenuto tenta di strangolare un agente di polizia penitenziaria nel carcere di Piazza Lanza

Mentre il poliziotto di sezione si accingeva a far rientrare un detenuto nella sua cella, è stato afferrato al collo con violenza da un altro complice, che avrebbe tentato di strangolarlo

Torna ancora una volta al centro delle cronache il carcere catanese di Piazza Lanza. L'ultimo grave evento è accaduto, come riporta il Consigliere nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Francesco Pennisi, venerdì mattina. Un detenuto ha aggredito e tentato di strangolare un agente di polizia penitenziaria presso il reparto "Amenano". Mentre il poliziotto di sezione si accingeva a far rientrare un detenuto nella sua cella, è stato afferrato al collo con violenza da un altro ristretto che avrebbe tentato di strangolarlo. Dopo una colluttazione, l'agente è riuscito a divincolarsi e a dare l'allarme, richiudendo la cella". Momenti di grande tensione, evidenzia Pennisi: "Prontamente interveniva l'ispettore di sorveglianza generale unitamente ad altro personale disponibile al fine di ripristinare l'ordine e la disciplina. A seguito di quanto accaduto, l'agente ha dovuto far ricorso alle cure dei sanitari presso l'ospedale cittadino, da dove è stato successivamente dimesso. Il detenuto aggressore, originario di Messina, pare si sia scagliato contro l'agente per motivi relativi ad un presunto eccessivo ritardo dell'agente a rispondere ad una sua chiamata". Pennisi evidenzia che "i futili motivi del gesto fanno chiaramente emergere, ancora una volta, le gravi problematiche di ordine e disciplina dell'istituto penitenziario catanese che, tra l'altro, da circa due mesi è privo del Comandante titolare, trasferito in altra sede. Il Sappe, dopo le innumerevoli denunce di eventi critici accaduti a danno del personale di polizia penitenziaria, non riesce davvero a comprendere la totale immobilità e il disinteresse dell'amministrazione centrale e periferica, ma soprattutto degli organi istituzionali preposti per quanto quotidianamente sta avvenendo all'interno dei penitenziari italiani". "La situazione penitenziaria è sempre più critica - dichiara Donato Capece, segretario generale del Sappe - a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto. Chiediamo l'immediata applicazione dell'articolo 14 bis dell'ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato". Per il leader del Sappe, "quanto accaduto nella Casa circondariale di Piazza Lanza, a Catannia, dovrebbe far capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della polizia penitenziaria e dei nuclei Traduzioni e Piantonamenti, che svolgono tutti quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici".

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