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Cronaca

CNI FSI: ancora infermieri aggrediti negli ospedali, è emergenza

In tutti gli ospedali siciliani gli infermieri, come i medici, si trovano a lavorare in un clima di tensione: minacciati verbalmente e fisicamente, con la paura di essere denunciati per presunti casi di "nursing malpractice". E' l' allarme lanciato dal Cni-Fsi Sicilia, Coordinamento Nazionale Infermieri aderente alla Federazione Sindacati Indipendenti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CataniaToday

In tutti gli ospedali siciliani gli infermieri, come i medici, si trovano a lavorare in un clima di tensione: minacciati verbalmente e fisicamente, con la paura di essere denunciati per presunti casi di "nursing malpractice". E' l' allarme lanciato dal Cni-Fsi Sicilia, Coordinamento Nazionale Infermieri aderente alla Federazione Sindacati Indipendenti.

L'ultimo caso è avvenuto qualche giorno fa a Palermo. Un operatore del 118 fuori servizio è stato colpito a bastonate da due uomini dopo avere rimproverato un ragazzino. Il 42enne ha riportato un trauma cranico e addominale, la frattura del setto nasale e ferite in tutto il corpo. E' ricoverato in condizioni gravissime al Civico.

Episodio purtroppo non isolato, tanto che il Cni-Fsi Sicilia aveva deciso già a  febbraio scorso di denunciare l’insostenibile situazione alle nove procure siciliane.

“Una delle principali cause di questo aumento di aggressioni nei servizi sanitari – denuncia il segretario regionale di Coordinamento Calogero Coniglio  – è la carenza del personale infermieristico presente negli ospedali: siamo pochi,  si sbaglia e scattano facilmente le denunce. I cittadini non si fidano più e gli infermieri in primis, professioni sanitarie ostetriche, riabilitative, tecniche, della prevenzione, e medici,  sono sempre più a rischio di aggressioni. Minacce verbali, spintoni e spallate nei pronto soccorsi ospedalieri sono all’ordine del giorno in tutta Italia e le aggressioni vere e proprie diventano sempre più frequenti. Ma il problema sta alla base. Manca la sicurezza e il personale. C’è carenza del servizio di polizia. E gli operatori sanitari non sono tutelati”.

Il rischio di subire aggressioni per infermieri e operatori sanitari è, infatti, più elevato rispetto ad altri lavoratori che operano in contatto diretto con l’utenza. Il tipo di violenza che colpisce maggiormente gli operatori sanitari è quella proveniente dai pazienti e dai loro parenti, attraverso aggressioni fisiche, verbali o di atteggiamento. Gli effetti sull’operatore si possono verificare sia personalmente che professionalmente, oltre ad effetti negativi in termini economici, sociali e di qualità delle cure prestate.

Gli operatori sanitari, per tutelarsi, sono così costretti a stipulare un’idonea assicurazione per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale, in quanto l'azienda ospedaliera non copre la colpa grave. “Noi del Cni-Fsi Sicilia  - conclude Coniglio - ci siamo stancati di tutto questo e intendiamo lottare energicamente con tutti gli strumenti per salvare la sanità pubblica in un modello organizzativo trasparente ed efficiente. E su questi temi chiediamo la piena solidarietà delle procure siciliane e dei cittadini utenti/pazienti per un riscatto sociale della nostra Regione”.

Per ridurre le aggressioni, sarebbe opportuno assumere subito Infermieri e operatori sanitari appartenenti alla Legge 42/99 e un programma di prevenzione valutando i rischi nei luoghi di lavoro, formando il personale con particolare attenzione alle competenze comunicative e informando l’utenza dell’esistenza di una politica aziendale di tolleranza zero alle aggressioni.

"Politica, Presidenti della Regione, Assessori e i 90 deputati dell'ARS dei governi regionali che si sono succeduti si sono sempre disinteressati e hanno ignorato, trascurato il settore più importante della sanità: l'assistenza infermieristica. Siamo pochi, si sbaglia e scattano facilmente le denunce. Il personale sanitario non è tutelato" “Noi del Cni-Fsi Sicilia  - continua Coniglio - ci siamo stancati di tutto questo e intendiamo lottare energicamente con tutti gli strumenti per salvare la sanità pubblica in un modell0. Da anno sottoponiamo alla regione, ad assessori e presidenti che si sono succeduti, le problematiche infermieristiche che si ripercuotono su pazienti, non vogliamo essere più bersagli dei cittadini che giustamente esigono assistenza di qualità, abbiamo presentato nove denunce alle Procure siciliane, una Procura per provincia, abbiamo continuamente denunciato a tutti gli organi di stampa, una regione latitante, adesso denunceremo al Ministero della Salute.”

"Per ridurre le aggressioni - conclude il dirigente sindacale FSI Salvatore Ballacchino - sarebbe opportuno assumere subito Infermieri e operatori sanitari appartenenti alla Legge 42/99 e un programma di prevenzione valutando i rischi nei luoghi di lavoro, formando il personale con particolare attenzione alle competenze comunicative e informando l’utenza dell’esistenza di una politica aziendale di tolleranza zero alle aggressioni".

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