Costa ionica invasa dalla melma, i sindaci: "Nostri parametri balneabilità nella norma"
Luigi Messina, primo cittadino di Mascali, dichiara: "Le analisi parlano chiaro e dicono che il parametro sull'escherichia coli, il batterio più pericoloso, è ampiamente nei limiti di legge: 55 su 5 mila"
Sono tante le segnalazioni dei lettori sul mare inquinato nel tratto catanese della costa ionica. Un fenomeno che, ogni anno, rovina l'estate ai bagnanti e ai gestori di stabilimenti balneari. Gli amministratori comunali che, fino a qualche anno fa, sventolavano orgogliosamente la bandiera blu del mare pulito, sono ormai prossimi ad alzare bandiera bianca. "Sono sindaco da otto anni e da otto anni combatto questa battaglia, il nostro mare è pulito e balneabile ma subiamo, probabilmente, l'inquinamento di altri comuni del Messinese e dell'Acese che non rispetterebbero i parametri di depurazione o non avrebbero, in alcuni casi, alcun depuratore". A parlare è il primo cittadino di Mascali, Luigi Messina che, tra un avverbio e un condizionale, per non rischiare altri scontri e carte bollate con gli amministratori dei paesi vicini, fa trasparire la sua rabbia per una guerra, quella per il mare pulito e bello anche da guardare, che proprio non riesce a vincere.
"Le analisi parlano chiaro, le ultime nostre, quelle dei comuni che insieme a Mascali fanno parte dello stesso consorzio per la depurazione delle acque, sono del 22 giugno e dicono che il parametro sull'escherichia coli, il batterio più pericoloso, è ampiamente nei limiti di legge: 55 su 5 mila".
Il sindaco di Fiumefreddo, Angelo Torrisi, in carica da poco più di un anno si appresta ad affrontare la seconda estate da amministratore pubblico subissato da insulti di cittadini e fruitori di quel tratto di mare che è stato anche bandiera blu, "Le correnti non si possono arginare, gli enti incaricati di certificare la balneabilità del nostro tratto ci dicono che non abbiamo alcun problema, ma è chiaro che se il mare si sporca, soprattutto in estate, il problema c'è e tocca risolverlo. Gli stessi controlli a cui ci sottoponiamo noi dovrebbero riguardare tutti i comuni della zona".
Sul tema dei controlli spinge anche Mario Fazio, presidente dell'associazione Lidi dell'Etna che raggruppa 17 gestori di stabilimenti balneari della zona. "Come ogni anno ci troviamo a fare i conti con questo fenomeno che ci danneggia in modo pesante. Le somme le tireremo a fine stagione, ma se l'andazzo è questo non c'è da stare allegri. Chi è deputato a controllare controlli e scopra le cause di questo inquinamento. Noi imprenditori balneari siamo sottoposti a controlli stringenti e se non rispettiamo le regole ci chiudono. Si usi lo stesso metro per chi inquina".
Nello scorso week end i liquami sono arrivati fino a Riposto, cittadina solitamente poco colpita dal fenomeno. "Il nostro mare ha un problema annoso legato all’inquinamento e occorre istituire un tavolo tecnico tra comuni vicini, anche non bagnati dal mare, che hanno come sbocco a mare proprio la costa ripostese. Serve quanto prima realizzare un nuovo modulo al depuratore esistente che è struttura sovra comunale e copre 80mila utenti quando d’estate l’utenza raddoppia se non triplica", così conclude la consigliera comunale della cittadina marinara Claudia D'Aìta.