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Sabato, 27 Aprile 2024
Parla l'ultras condannato

Morte dell'ispettore Filippo Raciti, Speziale in tv: "Fu ucciso da un poliziotto"

Le parole del tifoso etneo contenute all'interno del docufilm "Gioco Sporco - I Misteri dello Sport". "Uno dei miei sogni più grandi - spiega Speziale - è svergognare l’Italia e far capire l’errore giudiziario che è stato commesso. Fu decisiva una manovra sbagliata di un suo collega"

"Per quasi tutto il mondo io sono l’assassino dell’ispettore Raciti. Mi è cambiata la vita, mi hanno fatto pagare un omicidio che non ho commesso. Ma sono sereno con la mia coscienza, non ho ucciso Raciti e ho pagato tutta la mia pena fino all’ultimo giorno". E' uno stralcio delle parole di Antonino Speziale contenute all'interno del docufilm "Gioco Sporco - I Misteri dello Sport", giunto al sesto e ultimo appuntamento in seconda serata su Italia1, domani 28 marzo.

L’ultimo episodio analizza la drammatica morte dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, deceduto in servizio il 2 febbraio 2007, dopo essere intervenuto per sedare gli scontri ultras alla fine del derby Catania-Palermo. Per la sua morte, nel 2012, sono stati condannati dalla Corte di Cassazione i due ultras catanesi Antonino Speziale (8 anni e 8 mesi di reclusione) e Daniele Micale (11 anni di reclusione).

"Mi piaceva fare scontri. Non ho mai nascosto che il mondo ultras mi è sempre piaciuto, ne ho sempre fatto parte e ne faccio parte tutt’ora - ha aggiunto - Uno dei miei sogni più grandi è svergognare l’Italia e far capire l’errore giudiziario che è stato commesso e far capire che non stato io a uccidere Raciti ma bensì una manovra sbagliata di un suo collega". A parlare, nel tessuto del racconto, saranno persone, testimoni che lo hanno conosciuto nella sua vita come la moglie Marisa Grasso o i protagonisti della storia come lo stesso Speziale e il suo avvocato, Giuseppe Lipera. Interviste esclusive, documenti inediti, testimonianze dirette e diversi flashback narrativi sveleranno l’aspetto intimo del protagonista.

"Io non sento di perdonare nessuno. La mia forza nell’affrontare questa tragedia è stata nel credere tanto in Dio e nella vita - ha raccontato Marisa Grasso, vedova di Raciti -. Sono uscita dai tribunali con delle sentenze che però non mi hanno restituito qualcosa. Non ho più motivo di sentire i nomi di questi soggetti. I loro nomi e il loro pensiero devono stare lontano da me e dai miei figli".

Per il legale di Speziale, Giuseppe Lipera, "nell’intercettazione dell’epoca Speziale ammette di essere stato lì ma non c’è alcun riferimento all’omicidio di Raciti. Non vedo da parte sua alcuna ammissione di responsabilità - ha evidenziato - Questa storia non è finita. Mi batterò fino alla mia morte perché venga riconosciuta l’assoluta innocenza di Antonino Speziale. Filippo Raciti è un eroe che è morto in servizio ma Speziale non l’ha ucciso".

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