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Martedì, 19 Marzo 2024

Omicidio di Elena Del Pozzo, l'avvocato della madre: "Era in preda a forza sovrannaturale: bimba uccisa nel luogo del ritrovamento"

Martina Patti avrebbe fornito agli inquirenti alcuni elementi sul luogo in cui è stato commesso il fatto: quel campo incolto e pietroso di via Turati in cui è stato ritrovato il corpicino della bambina, avvolto in cinque sacchi di plastica. Ieri, nella confusione generale delle primissime indagini, sembrava più accreditata l'ipotesi di un delitto avvenuto tra le mura domestiche

Gabriele Celesti, avvocato della 23enne Martina Patti, sottoposta a fermo di indiziato di delitto in quanto accusata dell'uccisione della figlioletta Elena Del Pozzo, ha incontrato i giornalisti nei pressi del palazzo di Giustizia di Catania. "La mia assistita è stata sottoposta ad un lungo interrogatorio di convalida, è molto provata. Ma non è una fredda calcolatrice - spiega il legale - in quanto ha agito come se non fosse in lei. Ha riferito di essere stata in preda ad una forza sovrannaturale. Adesso sta acquisendo consapevolezza del fatto. La vedrò tra oggi e domani e vedrò in che stato la troverò. Quella della premeditazione è un'ipotesi investigativa che a mio avviso si abbina al movente, ancora in fase di accertamento. Ma ricordiamoci che anche un semplice furto richiede un minimo di premeditazione. Non ho ancora avuto modo di esaminare gli atti, attendiamo l'udienza di convalida davanti al Gip. Attualmente l'unica cosa in mio possesso è il verbale dell'interrogatorio".

Si cerca ancora l'arma del delitto

Martina Patti avrebbe fornito agli inquirenti alcuni elementi anche sul luogo in cui è stato commesso il fatto: quel campo incolto e pietroso di via Turati in cui è stato ritrovato il corpicino della bambina, avvolto in cinque sacchi di plastica. Avrebbe agito nel lasso di tempo compreso tra le ore 13 e 15.30, dopo aver preso Elena all'asilo. Non è inverosimile pensare che l'orario del delitto corrisponda effettivamente a quello da lei indicato per il rapimento.  Ieri, nella confusione generale delle primissime indagini, sembrava più accreditata l'ipotesi di un delitto avvenuto tra le mura domestiche, condivise con gli zii che abitano al piano terra della villetta e che nel primo pomeriggio del 13 giugno non erano in casa. L'arma usata è comunque un oggetto appuntito: un coltello da cucina, forse. Ma anche una zappa ben affilata o un piccone potrebbero essere compatibili con le ferite, in base ad alcune indiscrezioni che troveranno conferma o totale smentita in seguito all'esame autoptico. L'oggetto usato dalla 23enne non è ancora stato ritrovato e continuano a ritmo serrato le indagini condotte dai carabinieri del comando provinciale etneo.

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