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Il duplice omicidio di viale Grimaldi e la pressione sulle "piazze": perchè i fatti di sangue indeboliscono le reti di spaccio

Dopo il duplice omicidio dell'8 agosto 2020, costato la vita a Luciano D'Alessandro, di 48 anni, e Vincenzo Scalia, di 29, i carabinieri hanno aumentato la pressione in questa zona di Librino, costringendo le organizzazioni criminali che operano nello spaccio di stupefacenti a retrocedere da parti significative del "loro" territorio. Conquistato negli anni con prepotenza mafiosa e pistole sempre pronte a fare fuoco

Tornare a sparare non conviene a nessuno. Le organizzazioni criminali catanesi ricordano bene le conseguenze della guerra di mafia degli anni '90 ed ogni volta che qualcuno tira fuori le pistole le ricadute a medio termine sono pesantissime sul piano degli affari e degli arresti. Tuttavia, nel tardo pomeriggio dell'8 agosto 2020, alcune teste calde dei Cursoti Milanesi e dei Cappello decisero che qui a Librino era arrivato il momento di regolare i conti in sospeso, affrontandosi con almeno 14 motorini tra via del Maggiolino e viale Grimaldi. Nello scontro armato morirono Luciano D'Alessandro, di 48 anni, e Vincenzo Scalia, di 29, detto "Enzo Negativa". Altre quattro persone rimasero ferite. Lo scorso 29 giugno è arrivata la sentenza di condanna, con rito abbreviato, per 14 membri del clan Cappello. Sono invece in fase di dibattimento i dieci appartenenti al clan dei Cursoti. Questi due anni di inagini hanno visto una presenza pressante dei carabinieri in questa parte del viale Grimaldi. Il risultato è stato un raffreddamento delle piazze di spaccio, che si estendevano in maniera tentacolare tra gli androni, sfruttando come vie di fuga e protezione le sbarre delle recinzioni perimetrali e le trombe delle scale.

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