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Cronaca

Blitz nei ristoranti, spunta anche il nome del giapponese Oxidiana

Spunta un altro nome importante tra i ristoranti caduti nel mirino della polizia durante il blitz. Nel comunicato della questura si legge: "Altri controlli sono stati effettuati presso un ristorante etnico. Ma non si fa il nome

Spunta un altro nome importante tra i ristoranti caduti nel mirino della polizia durante il blitz di ieri. Nel comunicato della questura si legge: "Altri controlli sono stati effettuati presso un ristorante etnico, dove all’interno del frigo della cucina, venivano rinvenuti tranci di testa di pesce contenute in buste per la spesa (quindi non idonee a contenere alimenti) nonché prodotti detergenti/sanificanti indebitamente tenuti vicino agli alimenti. Da parte dell’ASP sono in corso valutazioni”.

LA REPLICA DEL MA- ANCHE RISTORANTE

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LA REPLICA DELL'OXIDIANA

Blitz nei ristoranti

Il ristorante etnico in questione sarebbe proprio quello giapponese di via Conte Ruggero a Catania, ovvero il noto Oxidiana, da quanto riportato su La Sicilia di oggi. "“Il pesce, tutto surgelato (non è stata infatti rinvenuta alcuna traccia di pesce fresco),veniva conservato anche all’interno di un magazzino adiacente al ristorante, tenuto in pessime condizioni igienico-sanitarie: accanto agli alimenti, infatti, vi erano due biciclette (utilizzate dai dipendenti per andare a lavoro), dei contenitori di vernice, delle bombolette del gas, attrezzi da lavoro ed altro materiale non pertinente con la destinazione d’uso; il pesce colà trovato era privo di tracciabilità ed etichettatura. Inoltre, sebbene il menù indicasse la scritta “gluten free”, la cucina non conteneva, così come richiesto dalla legge, locali idonei a trattare i cibi senza glutine per celiaci (la relativa lavorazione deve avvenire in reparti rigorosamente separati da quelli in cui vengono manipolati tutti gli altri alimenti). Per quanto sopra, al titolare dell’attività venivano contestati i reati di frode in commercio e quello di cui all’art. 5 lett b legge 283 del 30 aprile 1962, avendo tenuto alimenti in cattivo stato di conservazione. Veniva inoltre irrogata una sanzione amministrative pari a circa 2000 euro”.

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