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Cronaca

Benzina e pane alle stelle, da lunedì scattano nuovi aumenti a Catania

ll caro carburanti, il taglio alle importazioni di grano, mais e derivati dalla Russia ed il quadro di generale instabilità economica, hanno avuto dure ripercussioni sull'intera filiera alimentare. Da qualche giorno cominciano a scarseggiare alcuni prodotti specifici e molti altri subiranno aumenti esponenziali

Da lunedì prossimo tutti i panifici di Catania venderanno il pane al prezzo di 3 euro e 50 al chilo. E' uno dei riflessi della guerra in Ucraina, che ha fatto schizzare alle stelle il costo delle materie prime, dopo gli aumenti già arrivati ad inizio anno. Il caro carburanti, il taglio alle importazioni di grano, mais e derivati dalla Russia (da cui dipende il 6 per cento del grano tenero che arriva in Italia) ed il quadro di generale instabilità economica, hanno avuto dure ripercussioni sull'intera filiera alimentare. Da qualche giorno cominciano a scarseggiare alcuni prodotti specifici. In alcune catene della grande distribuzione, ad esempio, è possibile acquistare l'olio di semi di girasole in maniera razionata: solo due confezioni a famiglia.

Rincari su materie prime ed energia

Aumentano grano, olio di semi, carne e ortaggi

"L'energia ha avuto un ricaro esponenziale - spiega Agata Tutino, titolare del panificio 'Il panettiere' di via Renato Imbriani a Catania - e siamo passati da una bolletta bimestrale di 2400 euro ad una di 3400. In questi giorni noi operatori del settore panificazione abbiamo fatto il punto della situazione, decidendo in maniera congiunta di aumentare il prezzo del pane di 50 centesimi a partire da lunedì. Anche il prezzo della carne crescerà, perchè i mangimi sono legati al prezzo del grano. Compravamo un chilo di farina bianca a 0,49 centesimi, mentre adesso costa 0,59. Ancora peggio per la semola, passata da 0,47 a 0.87. La tavola calda passerà da 1 euro e 20 centesimi /1 euro e 40 ad 1 euro e 50 /1 euro e 60, e così via, dai biscotti al pangrattato".  

I rincari energetici superano le risorse del Pnrr

“Siamo al centro di una tempesta perfetta - spiega il presidente di Confindustria Catania, Antonello Biriaco - che sta mettendo in grave difficoltà intere filiere produttive. Le stesse che erano uscite quasi indenni dalla crisi indotta dal Covid, ma che ora si trovano ad affrontare una nuova pandemia economica determinata dai continui rincari”. Secondo le stime del Centro studi dell'associazione degli industriali, nella provincia etnea, tra caro-bollette (più di 200 milioni di euro) e rincari delle materie prime (circa 400 milioni di euro), nel 2022 si potrebbe determinare una perdita pari al 15 per cento del valore aggiunto prodotto nel territorio etneo". L'analisi di Confindustria sottolinea come i soli rincari energetici equivalgano alla prima tranche di  risorse destinate a Catania dal Pnrr, circa 185 milioni di euro.

I cittadini acquistano sempre meno carburante: gestori in crisi

L’aumento esasperato del costo del gasolio a causa della guerra in Ucraina sta mettendo in ginocchio anche le imprese dei gestori di impianti di carburante. "Il nostro margine di guadagno - spiega il presidente provinciale di Figisc-Confcommercio Ivan Calabrese - è calcolato sull'erogato e non sul fatturato, e l' erogato da inizio pandemia è sceso di circa il 40 per cento. La beffa è che a fronte di una diminuzione dell'erogato, il fatturato è rimasto più o meno uguale proprio a causa dell'aumento dei prezzi di listino. La conseguenza di questa serie di coincidenze per la nostra categoria è che siamo rimasti esclusi dagli indennizzi statali, pur avendo continuato ad operare anche durante il periodo del lockdown. Oggi la maggior parte delle gestioni si trova in sofferenza economica, dato che per far fronte al maggior esborso per acquistare il carburante molti sono costretti a ricorrere, nella migliore delle ipotesi, a prestiti bancari con tassi di interesse globale che si avvicinano alla soglia del 20 per cento. Mentre il nostro utile lordo è di circa l'1,5 per cento".

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