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Lunedì, 29 Aprile 2024
Le indagini

Pestaggi a sangue e finte risse all'Ecs Dogana: il capo della gang che seminava terrore ha soli 15 anni

Gli indagati sono accusati di estorsione, lesioni personali con utilizzo di armi, violenza privata e si contesta loro anche l’aggravante del metodo mafioso. Il clima di terrore avrebbe anche costretto alcuni dipendenti del locale notturno del porto a licenziarsi per paura di ripercussioni

Terrorizzavano i clienti ed il personale della discoteca Ecs Dogana, con minacce ed atteggiamenti spavaldi, causando disordini per far capire chi comanda, riuscendo così ad entrare e bere senza pagare. I carabinieri del comando provinciale etneo hanno eseguito delle ordinanze di misure cautelari personali emesse dal Gip del tribunale per i minorenni, nei confronti di sette indagati, uno dei quali minorenne. Sono accusati di estorsione, lesioni personali con utilizzo di armi, violenza privata e si contesta loro anche l’aggravante del metodo mafioso. Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di un gruppo criminale composto da giovani e giovanissimi, tra cui i sette indagati che hanno ricevuto le misure cautelari, capeggiati da un 15enne. Ma non si tratta di un adolescente qualunque, bensì di un parente di uno dei responsabili del gruppo Nizza (detenuto al 41 bis), frangia del clan Santapaola. Il nome non è stato reso noto per tutelare l'identità del minore.

I nomi degli arrestati

L'indagine nata dopo un pestaggio

L’operazione "Dazio", coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal nucleo operativo della compagnia di Piazza Dante, ha tratto origine dall’episodio di un violento pestaggio commesso nel febbraio dello scorso anno all’interno del locale Ecs Dogana del porto di Catania, interessato da numerosi episodi violenti e sparatorie nell'arco di tempo compreso  tra febbraio e giugno 2023. Anche nel corso del 2022 si registrarono disordini durante molte serate. Tra i soggetti minacciati ci sarebbero anche il titolare, alcuni dipendenti e gli avventori del locale. Una strategia precisa, ideata - secondo gli inquirenti - allo scopo di "creare un timore costante di nuove aggressioni o disordini violenti al fine di ottenere ingressi e consumazioni gratuite e costringere il proprietario e i suoi dipendenti a tollerare tali comportamenti aggressivi, assoggettandoli a una vera e propria condizione di succubanza", configurando una vera e propria "estorsione ambientale". Più volte il questore Vito Calvino era stato costretto a sospendere l'attività del locale per motivi di sicurezza, proprio per il continuo susseguirsi di fatti violenti.

Finte risse e pestaggi per far capire chi comanda

Gli indagati avrebbero quindi ingaggiato finte risse per creare disordini, minacciato e percosso barman e buttafuori per estorcere entrate e drink gratis. "Se non mi fai un cocktail giro e ti sfondo tutto", "stai zitto altrimenti ti taglio le mani": queste alcune delle frasi riferite ai lavoratori che, intimoriti, talvolta preferivano cambiare turno o addirittura licenziarsi per evitare ripercussioni sulla propria pelle. Uno dei fatti più gravi sarebbe accaduto la sera del 27 febbraio dello scorso anno. Il "capo" quindicenne e gli indagati Carmelo Christian Patanè, Maurizio Sottile, Gianluca Zimbone e Concetto Penna, forti della disponibilità di alcune pistole, avrebbero pestato violentemente due giovani coetanei, procurando ad uno di essi lesioni guaribili in 10 giorni.

Ragazzo pestato a sangue e colpito con il calcio di una pistola

Una delle vittime, dopo essere stata accerchiata dal branco, avrebbe ricevuto da uno degli indagati un colpo alla testa con il calcio della pistola ed una sequenza di calci e pugni dal gruppo. Il sangue delle ferite li avrebbe eccitati ancora di più: "Ummazzamu, ummazzamu, u stamu ammazzannu", gridavano mentre il ragazzo veniva massacrato di botte. Non riuscendo a contrastare la loro spavalederia, il titolare ed i dipendenti della discoteca sarebbero stati costretti a farli entrare gratis e consumare senza pagare quello che volevano, pur essendo coscienti che la loro presenza stava riducendo le presenze ed assottigliando gli incassi.

I titolari dell'Ecs Dogana si costituiranno parte civile

"Siamo grati a tutte le forze dell'ordine e alla magistratura. Ovviamente  - commentano in maniera generica gli attuali gestori del locale, che in passato avevano già denunciato episodi analoghi - è naturale e logica la costituzione di parte civile nel procedimento che scaturisce dall'operazione di stamani".

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