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Martedì, 30 Aprile 2024
Il rapporto

A Catania ci sono 78 auto ogni 100 abitanti: i dati del rapporto di Legambiente

Presentati in città i dati del rapporto "Mal'Aria 2023". "Catania ha di fronte a se solo 6 anni per ridurre concretamente le emissioni dei principali inquinanti. Una sfida non semplice,- si legge nel documento di Legambiente - se si considerano i diversi interventi necessari sul fronte della mobilità e del trasporto pubblico locale"

"Catania, come molte altre città italiane, ha di fronte a se solo 6 anni per ridurre concretamente le emissioni dei principali inquinanti. Sarà necessario un decremento del 29% per il PM10, del 17% per il PM2,5 e del 39% per l’NO2. Una sfida tutt’altro che semplice se si considerano i diversi interventi necessari sul fronte della mobilità, quali ad esempio misure di contenimento del traffico e dei veicoli più inquinanti, ma anche la trasformazione dello spazio urbano per poter rendere più efficiente il trasporto pubblico locale e agevolare la mobilità attiva". Il quadro, non certo lusinghiero, per l'inquinamento e la mobilità cittadina emerge dal rapporto "Mal Aria Città  2030" di Legambiente, presentato ieri a Catania durante un affollato  appuntamento nello spazio Isola, a ridosso del cantiere di quella che fu piazza Duca di Genova, adesso intitolata al Cardinale Pappalardo. 

Più piste ciclabili per ridurre le auto

"Catania è inoltre al secondo posto della classifica nazionale per il tasso di motorizzazione, pari a 78 auto ogni 100 abitanti. Deludente la domanda di mobilità rivolta al trasporto pubblico locale, indicatore che fa ovviamente il paio con l’alto tasso di motorizzazione e l’uso spropositato dell’auto privata. Insufficiente la dotazione di percorsi ciclabili. Creare una buona infrastruttura ciclabile è condizione necessaria per creare una domanda. A oggi anche se risultano essere pochi i ciclisti urbani (piccola quota del 26% dello split della mobilità attiva - Istat), una rete di percorsi capillare e ben connessa ai principali punti di interesse, aiuterebbe la mobilità attiva catanese, nei tragitti compresi tra 1,5 e 4,5 chilometri" .

Il prof. Inturri: "Alzare il costo dei parcheggi pubblici"

Intuire quello che manca Catania, in tema di mobilità, per diventare come Copenaghen, non è difficile per chiunque dotato di vista, udito e olfatto. L'ingegnere Giuseppe Inturri, professore associato di Trasporti del dipartimento di Ingegneria Elettrica, dell'Università di Catania, lo racconta al composto uditorio con numeri e suggerimenti da addetto ai lavori.  È lui a snocciolare i sopraccitati dati attuali e i suggerimenti  per migliorare la situazione. "La sfida più grande per il capoluogo sarà proprio quella di ridurre drasticamente il numero dei veicoli circolanti, favorendo l’uso del trasporto pubblico locale e la sharing mobility, in una città che non impone spostamenti su lunghe distanze", dice Inturri. Una delle soluzioni per ridurre il numero dei veicoli circolanti, secondo l'ingegnere, potrebbe essere alzare il costo del parcheggio su aree pubbliche,destinando la quota di maggior ricavo al miglioramento del trasporto pubblico. 

Trantino: "Mi aspetto belle sorprese sull'apertura del porto"

Poco prima dell'intervento di Inturri, a parlare di quello che sta facendo l'amministrazione comunale per renderla più a misura di trasporto pedoni, ciclisti e Tpl era stato il sindaco Enrico Trantino, rispondendo alle domande della presidente di Legambiente Catania, Viola Sorbello. Il sindaco ha citato i lavori in corso per la realizzazione di una nuova pista ciclabile  in via Domenico Tempio, la chiusura al traffico di una porzione di via Garibaldi e piazza Mazzini e la prossima Ztl in piazza Federico di Svevia.  Poi ha chiesto unità di intenti per sanare la ferita di Corso dei Martiri e ricordato che il 12 marzo i catanesi conosceranno i dettagli del Piano regolatore del Porto. "Non spoilero nulla, ma mi aspetto belle sorprese sull'apertura del porto alla città", dice Trantino. 

Focus sul centro storico: e le periferie?

Il clima del dibattito è stato di grande concordia ed è proseguito con gli interventi di Matteo Ignaccolo, direttore dipartimento di Ingegneria civile e architettura, del vice sindaco Paolo La Greca e dei dirigenti di Amts e Fce, mantenendo sempre sempre come focus il futuro del centro storico. Chissà che ne pensano gli abitanti di Librino, San Giovanni Galermo e dei paesi etnei. 

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