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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Operazione "Kynara": tra gli acquirenti all'ingrosso anche un autista di linea, arrestato con 2 chili di cocaina

L' autista di una nota compagnia di autobus siciliana non sa di essere pedinato dai militari del Gico della guardia di finanza, che lo fermano al termine del viaggio Catania-Palermo sequestrando 2 chili e 300 grammi di cocaina. Il suo arresto ha delle ripercussioni sull'attività di spaccio, che rischia di rallentare

I panetti di cocaina provenienti dalla Calabria facevano il giro della Sicilia, viaggiando anche a bordo di nomali bus di linea sulla tratta Catania-Palermo. Ed ad imbarcarli non era un passeggero qualsiasi, ma lo stesso conducente, che avrebbe pagato 70 mila euro per acquistare due panetti da un chilo ciascuno. Il presunto venditore è Giacomo Ravasco, indagato in questo procedimento ma già in carcere, dove sta scontando una condanna a quattro anni e mezzo per altri fatti di droga. Gli inquirenti lo hanno pedinato e intercettato per mesi. Ritengono sia stato il distributore di ingenti quantitativi di droga insieme ad Alberto Bassetta, genero del 'capo' Michele Vinciguerra, che teneva le redini di un gruppo a conduzione familiare inserito all'interno del clan Cappello-Bonaccorsi, con base a San Cristoforo.

Il giro di consegne ed i 350 mila euro in contanti

Tornando ai fatti,  la giornata del 30 marzo 2021 sembrerebbe essere stata parecchio fruttuosa per Giacomo Ravasco che, in alcune circostanze, si sarebbe portato dietro anche il figlio minorenne "al fine di evitare controlli di polizia giudiziaria" (viene contestata una specifica aggravante a lui ed alla moglie Aurora Finocchiaro, quest'ultima arrestata lo scorso 15 dicembre). Alle 6 del mattino gli investigatori della squadra mobile lo tengono d'occhio mentre incontra un corriere calabrese presso un b&b di via Forcile. Qui l'autista si fermerà a riposare per alcune ore dopo aver consegnato i panetti, in attesa di ricevere le mazzette di contanti e varcare nuovamente lo Stretto. Subito dopo comincia il giro di consegne ai clienti, che acquistano all'ingrosso. Una delle cessioni più rilevanti è monitorata ad Ognina, in via Porto Ulisse: qui Ravasco avrebbe ricevuto 350 mila euro, pagamento corrispondente a circa 10 chili di cocaina. Seguono altri spostamenti, in piazza Alcalà ed alle Porte di Catania, con rifornimenti presso la "base" di via del Geranio.

La cocaina per il mercato palermitano

Prima delle 8 di sera del 30 marzo 2021, sarebbe avvenuta anche la consegna di due panetti da un chilo ciascuno ad un autista di linea 41enne originario di Partinico, poi partito in direzione Palermo alla guida di un pullman di una nota compagnia regionale, con il conto "chiuso". Non sa di essere pedinato dai militari del Gico della guardia di finanza, che infatti lo fermano una volta giunto a destinazione, sequestrando subito 2 chili e 300 grammi di coca ed altri 13 grammi durante la successiva perquisizione domiciliare. Il conducente, arrestato in flagranza di reato, è indagato nell'ambito dell'operazione "Kynara" e si trovava già presso il carcere Pagliarelli-Lorusso proprio in relazione a questa vicenda. Che, nell'immediato, aveva messo in allarme Giacomo Ravasco.

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La droga sequestrata all'autista del bus di linea dalla guardia di finanza

L'arresto dell'autista rischia di rallentare le consegne di cocaina

Intercettato mentre si trova in auto con la moglie Aurora Finocchiaro, Giacomo Ravasco commenta l'accaduto facendo riferimento alla somma di 70 mila euro ricevuta dall'acquirente come corrispettivo per la i due panetti di droga, con su scritto "Lambo". La Finocchiaro legge quindi dei messaggi, presumibilmente inviati - questa l'ipotesi degli investigatori - da Alberto Bassetta, nei quali si consiglia a Ravasco di "rallentare" le consegne in attesa che si calmino le acque, non effettuando cessioni nei prossimi giorni. "Aspetta, stai calmo - questo il contenuto -  non farti problemi... Non farti vedere che effettui consegne". A questo punto Giacomo Ravasco mette le mani avanti, pensando già ad una possibile strategia difensiva. "Me la sucano - dice, parlando con la moglie - a me che mi racconti...gli ho dato una busta, ma c'era il pane. Non sono cose mie. Me la sucano a me! Io lavoro. Che cosa mi raccontano". Successivamente, arriva ad una conclusione diversa, esclamando: "mi sto fermo una settiamana".

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