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L'inchiesta / Librino / Viale Nitta, 12

Operazione "Sottosopra", la figura di Carmelo Anthony Spampinato: capo "tuttofare", organizzatore e pusher

Tutti i ruoli di una delle figure apicali dell'associazione che aveva il monopolio dello spaccio nella piazza operativa al viale Nitta 12

Un’organizzazione che aveva il monopolio dello spaccio in tre distinte “piazze” nel quartiere di Librino, in viale Nitta 12. Al vertice Carmelo Anthony Spampinato che, insieme ai fratelli Livoti, dando prova di grande carisma criminale e indubbie capacità organizzative, sarebbe riuscito a compattare attorno alla sua persona un numero di associati e a gestire in regime di monopolio lo spaccio in viale Nitta 12. Una struttura verticistica e piramidale nella quale avrebbe regolamentato l'attività, fornendo direttive e prendendo in prima persona ogni decisione significativa. Spampinato, insieme ai Livoti, come emerge dalle carte dell'"Operazione Sottosopra", avrebbe mantenuto inoltre costantemente i contatti con un pluripregiudicato catanese che, nonostante fosse già detenuto in carcere per associazione per delinquere di tipo mafioso, si interessava in prima persona al traffico di stupefacenti.

La gestione e la rete di "collaboratori"

All'inizio però, - scrivono i magistrati etnei - Spampinato avrebbe occupato un ruolo solo apparentemente secondario, operando principalmente nella gestione delle due aree organizzate all'interno del complesso residenziale di viale Nitta 12, lasciando il controllo della palazzina a Federico Livoti. Ma dopo che quest'ultimo è stato messo "fuorigioco", essendo stato arrestato nell’aprile del 2022, Spampinato sarebbe subentrato nella gestione e nel controllo del "cuore" della piazza di spaccio, nella scala A, luogo che costituiva peraltro la sua dimora abituale.

Oltre ad assolvere in più occasioni e in prima persona gli incarichi di pusher e vedetta - contando anche sul supporto di Federico Giosuè Livoti e sul sistema di videosorveglianza installato presso l'area di spaccio al settimo piano della palazzina A - Spampinato si sarebbe servito di una fitta rete di collaboratori con incarichi ben definiti la cui gestione e organizzazione veniva da lui diretta in maniera esclusiva. Non solo, provvedeva a coordinare i vari appartenenti al gruppo criminale, al fine di assicurarsi una continuità ininterrotta delle operazioni di spaccio.

In particolare si serviva della collaborazione di Agatino Luciano Famà per il confezionamento, la custodia e il trasporto della marijuana da destinare alla piazza di spaccio. Inoltre Spampinato si avvaleva anche di due figure di riferimento che avevano il compito di rifornire i turni di spaccio. Uno era Salvatore Patanè che portava la droga al viale Nitta 12 e la nascondeva nel cofano di una Mercedes, parcheggiata in stato di abbandono nei garage sotterranei.

Il ruolo attribuitogli, oltre ad essere tracciato con l'aiuto delle immagini registrate del sistema di videosorveglianza, verrebbe evidenziato anche grazie alle intercettazioni telefoniche. Le conversazioni utili a rafforzare l'ipotesi secondo cui Spampinato fosse a capo di un'attività organizzata di spaccio sono quelle in cui i vari pusher, nel compimento di azioni di "ordinaria amministrazione", chiedevano a lui l'autorizzazione: "Gli posso mandare trenta euro ad Orazio? - chiedeva uno degli spacciatori. "Mandagliele! che vuoi che ti dico. E basta però ah", rispondeva piccato Spampinato. 

I nomi degli arrestati

Pusher in prima persona

Come riscontrato dalle indagini dei carabinieri, secondo le dinamiche interne di gestione della piazza di spaccio, Spampinato avrebbe svolto all'occorrenza anche il ruolo di pusher. La sostanza stupefacente, destinata a soddisfare le esigenze del turno, veniva nascosta all'interno di un'intercapedine ricavata in un muro sotto i portici o in prossimità di un'autovettura parcheggiata in stato di abbandono nel piazzale esterno del viale Nitta.

Le telecamere riprendevano alcune volte Spampinato maneggiare cospicue somme di denaro, probabile provento dell'attività di spaccio da lui gestita ed, in altre circostanze, consegnare delle banconote ai pusher in corrispondenza della fine del loro turno di spaccio, riconducibili, in questo caso, al pagamento del compenso per la giornata lavorativa svolta.

L'arresto

Studiate azioni volte ad eludere le nuove contromisure adottate dall'organizzazione, dopo l'arresto di Federico Livoti il 18 agosto del 2022, i carabinieri procedevano all'arresto di Spampinato, sorpreso all'interno dell'appartamento del 7° piano, ossia quello in precedenza utilizzato dal Livoti come luogo di spaccio, in possesso di circa 385 grammi di marijuana (circa 25 grammi di cocaina e circa 15 grammi di crack). Oltre a delle banconote di vario taglio e a diverso materiale di confezionamento. Il capo d'accusa principale per Spampinato è quello di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, oltre che ricettazione ed invasione di terreni o edifici.

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