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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Duplice omicidio in un fondo agricolo, c'è un fermo dei carabinieri per la morte dei due cugini di Librino

Un uomo, un proprietario terriero nel pressi del luogo dove sono stati trovati i cadaveri di Vito Cunsolo e Virgilio Terranova, è stato fermato da carabinieri della compagnia di Acireale. Secondo l'accusa, sarebbe stato lui a esplodere diversi colpi di arma da fuoco contro i due cugini di Librino, uccidendoli sul posto del loro ritrovamento

Un uomo è stato fermato da carabinieri della compagnia di Acireale. Si tratta di Giuseppe Battiato, proprietario terriero del fondo in cui sono stati trovati i due cugini assassinati a colpi d'arma da fuoco Vito Cunsolo e Virgilio Terranova. Nella notte l'uomo ha confessato di avere sparato ai due. Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori un furto di agrumi o una probabile ritorsione per furti agricoli.

Duplice omicidio in un fondo agricolo nella frazione acese di Pennisi: trovati morti due cugini | Video

Durante la notte i carabinieri hanno sentito familiari, amici e conoscenti delle due vittime, che sarebbero parenti tra loro, per ricostruire la loro personalità e le loro frequentazioni. A cercare Cunsolo e Terranova erano stati alcuni familiari, visto che il giorno prima non erano rientrati a casa. 

Un duplice omicidio che riporta alla memoria il caso di Massimo Casella, di 47 anni, e Agatino Saraniti, di 19, uccisi a fucilate il 9 febbraio del 2020 nelle campagne di contrada Xirumi, tra le province di Siracusa e del capoluogo etneo, in circostanze analoghe legate alla criminalità agricola.

I due di Palagonia, infatti, insieme ad una terza persona, Gregorio Signorelli, furono sorpresi dal guardiano del fondo, Giuseppe Sallemi, 44 anni. Ne nacque un alterco in cui si aggiunse anche Luciano Gemmellaro, di 72 anni: Sallemi avrebbe fatto fuoco, lasciando Casella e Saraniti a terra, mentre Signorelli, rimasto ferito all’addome, riuscì a contattare i familiari e fu portato in ospedale. I cadaveri degli altri due, invece, furono trovati dai congiunti l’indomani pomeriggio ad un centinaio di metri l’uno dall’altro, dopo ore di ricerche.

Triste destino quello di Vito Cunsolo. Il fratello di appena 13 anni era morto nel 2012, investito da un pirata della strada nel quartiere di Librino. Gli organi di Giuseppe Cunsolo, dopo un ricovero in coma a causa delle gravi lesioni encefaliche, furono espiantati e donati. Entrambi i genitori diedero il loro assenso al prelievo, nonostante il padre fosse detenuto nel carcere dell'Ucciardone, a Palermo. La madre si era subito dichiarata disponibile alla donazione chiedendo di poter esprimere la propria volontà insieme con il marito.

Per questo fratello morto prematuramente, Vito aveva sempre un ricordo nei suoi post su Facebook. "fFatellino sappi che sei e sarai sempre nel mio cuore e anche se mi mostro forte a tutto e tutti, pensano che sono un leone. Non è così perché da quando non ci sei più la mia vita è finita lì. Dal momento che il tuo cuore si è fermato la mia vita e finita...sappi che io non ho paura della morte perché so che quando accadrà io sarò lì con te e torneremo ad abbracciarci e staremo insieme per sempre. Mi manchi campione mi manchi da morire. Ho un vuoto dentro come un buco nero che nessuno può riuscire a vedere. Fratellino mi manchi, non lo scordare. A me non ci pensare ma ti chiedo una cosa proteggi sempre la nostra famiglia in particolare i tuoi nipotini".

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