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Sabato, 27 Aprile 2024
Il blitz / San Cristoforo

Operazione "Locu", tre piazze di spaccio interconnesse e un volume d'affari da 20mila euro al giorno

Un'indagine che colpisce al cuore il potere del clan "Cappello-Bonaccorsi". Così è stata definito il blitz che questa mattina ha portato allo smantellamento di un'attività di spaccio nel quartiere di San Cristoforo e all'arresto di 41 persone, di cui cinque ai domiciliari

Un'indagine che colpisce al cuore il potere del clan "Cappello-Bonaccorsi". Così è stata definita l'operazione "Locu", che questa mattina ha portato allo smantellamento di tre piazze di spaccio insistenti nel quartiere di San Cristoforo e all'arresto di 41 persone, di cui cinque ai domiciliari. Un business che fruttava oltre 20mila al giorno e dove andava via anche un chilo di cocaina in un solo giorno. L'indagine, avviata nel maggio 2020 e che arriva fino alla fine del 2022, è contestuale alla reggenza del clan da parte di Rocco Ferrara, parente di Salvatore Cappello, detenuto per concorso in omicidio nella sparatoria tra organizzazioni criminali contrapposte dell'8 agosto 2020 a Librino. In quel momento era lui, come specificato dall'Autorità giudiziaria, a capo del gruppo mafioso. 

I nomi degli arrestati

Le piazze di spaccio

L’indagine, supportata da intercettazioni telefoniche, ambientali e videoregistrazioni, ha consentito di acquisire elementi a carico del clan mafioso che, da anni, avrebbe gestito le piazze di spaccio (cocaina, crack, marijuana e hashish) allestite nella zona tradizionalmente chiamata “Locu”, storicamente presidiata dai "Cappello-Bonaccorsi", come dichiarato da vari collaboratori di giustizia. 

Le piazze di spaccio erano tre, due al chiuso e una all'aperto, dislocate tra via Bonfiglio, via delle Calcare e via Testulla. Tre aree interconnesse tra di loro. A capo di ognuna c'era un capo piazza, responsabile dei turni dei pusher e delle vedette. Al vertice della piramide c'era Nicola Tomaselli, che fungeva da raccordo tra le piazze di spaccio e si occupava dell'approvvigionamento dello stupefacente che proveniva da tre diversi canali e veniva distribuito ai tre responsabili delle tre piazze. Un'area dove il clan non consentiva dinamicità operativa ad altri gruppi mafiosi. Una parte di un sistema criminale che non veniva colpito da circa vent'anni come spiegato dai dirigenti della squadra mobile. Un'area dove il potere del clan era talmente radicato che a seconda del cambiamento dei soggetti di vertice cambiava il canale di approvvigionamento. Nel corso dell’attività di indagine sono stati, inoltre, effettuati diversi sequestri di stupefacenti: complessivamente oltre 700 grammi di cocaina e un chilogrammo di marijuana.

La droga calata con il paniere e nascosta nelle scale | Video

I canali di approvvigionamento

Le tre piazze di spaccio sarebbero state rifornite di cocaina attraverso tre canali di approvvigionamento. Il primo è riconducibile all’articolazione del clan Crisafulli, componente del clan Cappello-Bonaccorsi, dopo il transito da quello "Santapaola-Ercolano" causato dall'omicidio di Angelo Santapaola e Nicola Sedici. Gruppo Crisafulli che viene chiamato in causa anche per quanto riguarda il sequestro di armi. Le indagini hanno consentito, infatti, anche di scovare un deposito di una serie di armi appartenente al gruppo mafioso all'interno di un garage di pertinenza di uno degli arrestati.

Il secondo canale di approvvigionamento della droga era riconducibile a un’altra frangia del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi, i cui vertici sarebbero rappresentati da Rocco Ferrara e Giovanni Agatino Distefano, inteso “Giuvanneddu cammisa”, con i quali avrebbe collaborato il fratello di quest’ultimo, Renè Salvatore Distefano.

Il terzo canale, infine, era esterno e riconducibile al grossista di cocaina Giovanni Orazio Di Grazia, figlio del più noto Orazio Di Grazia, già esponente del clan mafioso Laudani e operante nel quartiere di Picanello. In particolare Di Grazia, avvalendosi del suo corriere Ignazio Testa, avrebbe rifornito sistematicamente con svariati chilogrammi di cocaina la piazza di spaccio del “Locu”, recapitandoli al capo-piazza che sarebbe stato individuato in Nicola Tommaselli.

Il questore Bellassai: "Contrasto alla mafia continua"

"Un colpo importante assestato al clan "Cappello-Bonaccorsi". Cosi ha commentato il questore di Catania, Giuseppe Bellassai a margine della conferenza stampa convocata a seguito del blitz. "Un'operazione di grande interesse - continua - sia per i numeri sia anche per la qualità delle persone arrestate, tre dei quali ai vertici del clan. È  chiaro che il contrasto alla criminalità organizzata non è concluso, ma operazioni come questa ne limitano sempre di più il raggio d'azione". 

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