E' polemica dopo la revoca dell'allerta rossa sul vulcano, Morosoli: "Conseguenze disastrose per Funivia dell'Etna"
Dopo alcune ore di intensi "sussulti", l'allarme relativo all' "altissima probabilità di accadimento imminente o in corso di fontane di lava" è rientrato. I tour operator hanno dovuto rimborsare i turisti per le mancate escursioni. Guide vulcanologiche e Funivia dell'Etna chiedono di aprire un tavolo tecnico con le istituzioni
Dopo l'allerta rossa emanata dalla Protezione civile regionale due giorni fa, in relazione ad una possibile eruzione dell'Etna, è polemica per le limitazioni imposte alle escursioni sul vulcano oltre i 2mila metri di quota. Che alimentano un giro d'affari milionario sui versanti nord e sud del vulcano, bruscamente interrotto dalle ordinanze dei comuni di Linguaglossa, Nicolosi e Bronte. Polemica che monta a posteriori, fortunatamente. Proprio perchè nulla di significativo è accaduto nella fascia di media ed alta montagna. Dopo alcune ore di intensi "sussulti", l'allarme relativo all' "altissima probabilità di accadimento imminente o in corso di fontane di lava" è rientrato e, ieri, la Protezione civile regionale ha decretato l'entrata in vigore dell' "allerta gialla", di generica vigilanza. Per Francesco Russo Morosoli, amministratore unico della Funivia dell'Etna, si è trattato di un passaggio "così repentino e sbrigativo da portare con sé conseguenze disastrose per gli operatori turistici dal punto di vista economico e dell’immagine. Visto anche il panico scatenato tra i turisti, costretti all’evacuazione di giovedì pomeriggio".
Danni al settore turistico
"Il divieto di escursioni oltre i 2 mila metri, poi prontamente revocato, è una chiara contraddizione. Sulle Alpi e sulle Dolomiti (in cui non sono presenti vulcani attivi, ndr) nessuno si sognerebbe di chiudere le attività economiche e interdire l’accesso alla montagna. Sull’Etna, grazie alla perizia di noi operatori – sottolinea l’imprenditore - non muore nessuno per le escursioni o per le eruzioni da oltre quarant’anni. Giovedì pomeriggio leagenzie di tour operator hanno dovuto rimborsare i turisti, con danni economici devastanti. Eppure i turisti, nonostante i divieti, venerdì sono saliti lo stesso in quota, in barba alle ordinanze. A piedi, con un notevole livello di pericolosità per la propria incolumità. Naturalmente, noi rappresentiamo uno strumento di presidio e controllo che, con la chiusura, viene a mancare”.
Le immagini del video (inviato da Funivia dell'Etna) mostrano i turisti avventurarsi, senza guida, oltre i limiti imposti dalla zona rossa
A chi spetta la vigilanza sul vulcano
La vigilanza sul rispetto delle norme non spetta agli accompagnatori autorizzati o agli operatori turistici, che non hanno funzioni di polizia, ma alle forze dell'ordine. "La nostra presenza sul vulcano - chiarisce il collegio dell Guide Vulcanologiche Etna Nord - oltre che a curare l’accompagnamento di singoli o gruppi come figure abilitate ai sensi di legge, rappresenta indirettamente una sorta di controllo o meglio sorveglianza 'sul campo' delle aree interdette o soggette ad accessi guidati e di conseguenza vediamo ed informiamo finché è possibile, le persone che si avventurano da sole". "Riteniamo sia importante - conclude la nota - che ci siano delle cose da rivedere, specie sul filtraggio delle notizie e sulla successiva pubblicazione di disposizione utili ad affrontare le emergenze, in modo tale da evitale cattive interpretazioni e conseguenti pesanti effetti indesiderati sul sistema tutto".
Chiesto un tavolo tecnico
"Noi di Funivia dell’Etna, in collaborazione con le guide alpine e vulcanologiche – aggiunge Francesco Russo Morosoli - siamo pronti a prenderci tutte le responsabilità sul raggiungimento delle quote e sulla modalità di gestione e trasporto dei turisti sull’Etna, attività che facciamo con ottimi risultati da settant’anni. E siamo prontissimi ad aprire un tavolo tecnico con le istituzioni a tal fine".