rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Indagini in corso

Maxi sequestro di crack ai Cappuccini, il 22enne arrestato potrebbe far parte di una rete più ampia

"Venderlo è conveniente per chiunque traffichi cocaina - spiega Simone Musella, comandante del nucleo investigativo etneo - perché consente di ottenere ricavi anche dagli scarti"

Il quantitativo di crack posto sotto sequestro dai carabinieri durante il pedinamento di un 22enne in via Curia, nel quartiere dei Cappuccini, è il più rilevante avvenuto a Catania negli ultimi tempi. Facendo due calcoli, un chilo di "polvere bianca" ricavata dagli scarti della cocaina sarebbe potuto essere diviso in circa 5 mila dosi. "Solitamente quelle che sequestriamo - spiega Simone Musella, comandante del nucleo investigativo del comando provinciale etneo - contengono 0.2 o 0.3 grammi di sostanza stupefacente, venduta ad un prezzo che varia dai 15 ai 20 euro".

Perchè il crack spopola nelle piazze di spaccio catanesi

"Vendere crack è conveniente per chiunque traffichi cocaina perché consente di massimizzare i guadagni, ottenendo ricavi anche dagli scarti. I consumatori di questa sostanza appartengono ad un pubblico trasversale. E' diffusa tra i giovanissimi - continua il comandante Musella - in quanto si consuma per inalazione, fumandola. Questo permette di superare lo stigma che può esserci con altre droghe pesanti. Anche molti assuntori abituali di cocaina acquistano crack in maniera saltuaria o sistematica, dato che il costo è nettamente inferiore e magari non sempre hanno una disponibilità economoca tale da poter assecondare i loro bisogni". Il guadagno complessivo stimato in questo caso si aggira tra gli 80 ed i 90 mila euro, poichè erano presenti anche 200 grammi di cocaina "in pietra" ed ogni granello viene allungato con sostanze da taglio, dal bicarmonato alla mannite. Con i rimasugli, intrisi di ammoniaca, si produce il crack in laboratori improvvisati. Spesso null'altro che un tavolo da cucina.

Il giovane arrestato non sarebbe un lupo solitario

"Non pensiamo che il giovane arrestato in via Curia sia uno spacciatore per conto proprio. Lo tenevamo d'occhio da tempo - continua Musella - seguendone i movimenti tra le strette vie del quartiere, in cui si spostava spesso con il suo scooter. La conformazione del territorio, di certo, rende difficile il nostro lavoro, agevolando la fuga delle persone coinvolte nelle attività di spaccio. E' ragionevole supporre che dietro ci sia un'organizzazione più strutturata, poichè il quantitativo rinvenuto è davvero notevole e non semplice poter gestire in autonomia simili volumi. Ma questo sarà accertato nel proseguo delle indagini, che non finiscono certo qui. Al momento non possiamo affermare con certezza se fosse un corriere o uno spacciatore. In questa circostanza è sicuramente da escludere la vendita al dettaglio". Secondo quanto emerso dalle prime indagini, il 22enne avrebbe fatto la spola tra diverse abitazioni guidando un motorino Honda Sh 150 di colore bordeaux. Non è chiaro se si occupasse di rifornire altri rivenditori o consegnasse al dettaglio singole "palline".

Pusher alla ricerca di strategie di marketing

Limitando il raggio d'analisi al centro storico, i Cappuccini e San Cristoforo sono sicuramente le zone più calde per quanto riguarda lo spaccio di crack e "coca". E le organizzazioni di spaccio non sanno più cosa inventarsi, sia per eludere i controlli, riempiendo le "basi" di telecamere e porte blindate, che per fidelizzare la loro clientela. Nel corso della conversazione con il maggiore Musella, ritorna in mente un particolare di un blitz antidroga eseguito dai "Lupi" dell'Arma in due appartamenti di via Alonzo e Consoli. I pusher davano ai clienti una sorta di "kit" pronto uso avvolto nel nastro adesivo, che comprendeva persino l'accendino. In altre zone, come nella "Fossa dei Leoni" di Librino, si trovavano delle pipette variopinte: ne erano pieni qualche tempo fa gli anfratti più bui dei portici condominiali di viale Grimaldi 10.Nella drug room di viale Nitta 12 si consumavano anche crack e cocaina

Spostare i traffici dalla strada ad un ambiente più circoscritto è sicuramente un vantaggio per tutti coloro che gravitano attorno a questo mondo sommerso, meno che per le forze dell'ordine. In via Juvara ad inizio gennaio, la polizia ha fatto irruzione in una sorta di "crack house" in cui al momento del controllo erano presenti contemporaneamente tre clienti, insieme ad uno spacciatore poi arrestato ed ad un complice fuggito in bici. E nell'attivissima piazza di viale Nitta 12, interessata da due diverse operazioni nel giro di poche settimane, i pusher avevano messo a disposizione dei clienti una stanza per la consumazione in loco di crack, marijuana e cocaina. Un servizio aggiuntivo che permetteva anche di rallentare eventuali arresti, dando agli spacciatori il tempo di fuggire grazie alle identificazioni dei loro acquirenti.

Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

CataniaToday è in caricamento