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Domenica, 28 Aprile 2024
Operazione "Ianus"

Problem solving e ponte tra la mafia di Gela e quella di Catania: la figura di Giuseppe Domicoli

Tra i sei catanesi arrestati nella maxi operazione "Ianus" spicca la figura di Giuseppe Domicoli. Come affiliato di "Cosa Nostra" gelese del gruppo "Rinzivillo", Domicoli, classe 1989, gestiva i traffici di droga del gruppo mafioso coi clan "Cappello" e "Laudani" di Catania

Tra i sei catanesi arrestati  questa mattina nella maxi operazione “Ianus” spicca la figura di Giuseppe Domicoli, detto "Peppe dei polli". Come affiliato di "Cosa Nostra" gelese, del gruppo "Rinzivillo", Domicoli, classe 1989, gestiva i traffici di droga del gruppo mafioso con i clan "Cappello" e "Laudani" di Catania e con la criminalità organizzata agrigentina. 

Secondo quanto emerge dalle carte dell’inchiesta, Domicoli aveva un ruolo con chiare "competenze" di problem solving. Oltre, infatti, ad essere coinvolto nelle attività illecite del clan, con particolare riferimento alla gestione del traffico di stupefacenti e alla detenzioni di armi da guerra come anche un kalashnikov, Giuseppe Domicoli manteneva assidui contatti con tutti i componenti del gruppo, i quali erano soliti incontrarsi nella sua polleria. Domicoli ricopriva un ruolo predominante nella risoluzione di problematiche afferenti alla vita del clan. Non solo, durante la sua detenzione, continuava a gestire il traffico di stupefacenti intessendo una serie di legami che coltivava e rafforzava anche dopo la sua scarcerazione.

Aggiornamento del 4/04/2024 - Nota dell'avvocato Carmelo Speranza: "Il Tribunale del Riesame di Caltanissetta con dispositivo depositato in data odierna ha escluso la sussistenza di gravi indizi a carico del Domicoli dal reato associativo contestato, nonché la sussistenza dell'aggravante prevista dall'art. 416bis.1 c.p. per tutti i reati allo stesso contestati".

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Le minacce per un decreto ingiuntivo

L’indagine dei poliziotti della squadra mobile, Sisco Caltanissetta e commissariato di Gela, ha consentito di far emergere anche una condotta estorsiva di Domicoli nei confronti della titolare di un negozio di oggettistica di Gela e del suo avvocato che aveva ottenuto l’emissione da parte del giudice civile presso il Tribunale di Gela di un decreto ingiuntivo per somme dovute e non riscosse nei confronti della madre e della sorella di Domicoli.

Secondo i magistrati, Domicoli, mentre era sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, minacciava la titolare a desistere dall’azione civile. In particolare, nel corso di alcune conversazioni telefoniche si rivolgeva al legale rivendicando innanzitutto la sua caratura criminale, precisando di essere “uscito” da poco.

Dopo aver sottolineato al legale che la sua assistita non sapeva contro chi si era messa, Domicoli lo esortava a chiederle di “chiudere tutte cose” entro l'indomani mattina, minacciando, in caso contrario, di uccidere i suoi familiari, bambini compresi: “Chista forse un sapi mancu cu cu si misi. Gli dice che proprio domani mattina se ne va a chiudere tutte cose, pirchì iu ci ammazzu finu chiddi da naca”. 

Il 35enne indagato inoltre, per ottenere ciò che voleva, in altre conversazioni intercettate dalla polizia, prometteva lo stesso trattamento anche per il legale affinchè egli stesso si impegnasse a chiudere la vertenza affermando che ciò era “per il bene di tutti”, e quindi anche nell'interesse dello stesso avvocato.

Minacce ripetute più volte. Domicoli non era intenzionato a mollare la presa. Aggiungeva, infatti, ancora che qualora non fosse stato dato seguito al suo volere vi sarebbero state pesanti ritorsioni per tutti: "Avvocato, io glielo dico per bene, per bene di tutti guarda, perché proprio lei neanche può sapere di quello che succede, mi creda a me", rivendicando ancora il suo status all'interno dell'organizzazione mafiosa della sua famiglia e aggiungendo di essere un Domicoli, consigliando all’avvocato di informarsi con i suoi colleghi per sapere chi era: “Lei si po‘nfurmari cu tutti l'avvocati cu sugnu iu", con altre minacce nei confronti dell’avvocato: "Vedi di risolvere il problema intra dumani pirchì vi chianciti tutti iconseguenze! vu dicu bellu chiaru. Tu dicu bellu chiaru macari a telefonu va”.

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