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Cronaca

Rifiuti, il Consorzio Gema punta su comunicazione e multe per "educare" i catenesi alla differenziata

Alfonso Zito, direttore generale del Consorzio Gema, si è appena insediato nel quartier generale di via Crocefisso 40, a San Cristoforo. Da ieri l'azienda con sede a Pagani, nel Salernitano, è subentrata alla Dusty. Il passaggio è coinciso con l'avvio del porta a porta nelle zone di Nesima Inferiore, Cibali e Borgo Sanzio: pesa il nodo micro-discariche

Da ieri, 20 giugno, è finalmente esecutivo il cambio di consegne tra la Dusty ed il Cosorzio Gema, azienda salernitana con sede a Pagani che per i prossimi sette anni si occuperà del servizio di igiene urbana nel difficile territorio catanese. Questa data è concisa anche con l'avvio del porta a porta nelle zone di Nesima Inferiore, Cibali e Borgo Sanzio. Anche qui sono stati rimossi i cassonetti. I rifiuti devono quindi essere esposti nei pressi delle proprie abitazioni, osservando il calendario di conferimento, dalle ore 22 del giorno antecedente la raccolta e non oltre le ore 5 del mattino. Questo passaggio era stato annunciato da tempo. Ma la presenza micro-discariche in tutti i quartieri della nostra città rende particolarmente "indigesta" la transizione.

Una bella gatta da pelare per Alfonso Zito, direttore generale del Consorzio Gema, che si è appena insediato nel quartier generale di via Crocifisso 40, a San Cristoforo. "Ho scelto questa sede proprio per accorciare le distanze con i quartieri catanesi. Un secondo capannone, nei pressi della Motorizzazione, ospiterà solo i mezzi adibiti alla raccolta differenziata". La nostra chiaccherata inizia subito con un paragone tra la situazione attuale e ciò che ha vissuto la Campania nel 2006. "Eravamo letteralmente sommersi dalla spazzatura - ricorda Zito - che arrivava davvero ai secondi piani delle abitazioni. Come ne siamo venuti fuori? Sostanzialmente in due modi: grazie al termovalorizzatore di Acerra e con una martellante e continua campagna di informazione. Non gestita solamente dalle istituzioni, ma anche dalle singole realtà sociali. Cito ad esempio il grande lavoro fatto da molti dei nostri migliori preti di provincia. Durante le omelie in realtà difficili come la 'terra dei fuochi' spiegavano ai fedeli come e perchè fare la raccolta differenziata. Adesso possiamo dire con orgoglio che alcuni centri sfiorano il 75 per cento di porta a porta". Recentemente Nello Musumumeci ha annunciato che il nucleo di valutazione della Regione Siciliana ha verbalizzato l'idoneità di due progetti per la costruzione di altrettanti impianti di termovalorizzazione: uno dovrebbe sorgere a Pantano d'Arci, a Catania, ed uno a Gela. In un prossimo futuro, con un prossimo Governo e con tanti condizionali.

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In foto Alfonso Zito, direttore generale del Consorzio Gema

Avete già avviato un confronto diretto con l'amministrazione comunale. Come agirete nell'immediato?

"Credo che l'assessore al ramo, Andrea Barresi, si stia impegnando al massimo per ottenere risultati concreti in un contesto che attualmente è quasi emergenziale. Le limitazioni di conferimento presso gli impianti della Sicula Trasporti devono essere affrontate di concerto con la Regione Siciliana: 350 tonnellate al giorno sono troppo poche in rapporto alla mole di rifiuti sparsi nelle strade catanesi. A mio avviso, serve in questa fase un pugno duro contro chi non rispetta le regole. So che è stato costituito un nucleo ambientale apposito con otto vigili urbani, incaricati di elevare verbali agli indisciplinati. Possono sembrare pochi, ma quel che serve è innanzitutto un segnale: la differeziata è una realtà e non si può tornare indietro. E' anche vero che ha poco senso spingere i cittadini ad intraprendere  un percorso virtuoso se in quasi ogni strada del loro quartiere c'è una micro-discarica che offre la possibilità di 'sgarrare' . Dati incoraggianti giungono da quartieri in cui il nuovo servizio è partito da poco. Su Picanello si registra un 40 per cento nel porta a porta, nonostante le tante criticità".

Alcune di queste erano state bonificate poche settimane fa e sono di nuovo al loro posto. Come se ne esce?

"Proprio qui c'è la parte difficile. Credo che si possa partire da una perimetrazione, delimitando le aree sensibili ed avviando una sorveglianza attiva. A breve consegneremo i mastelli ai cittadini che ancora ne sono sprovvisti, spero sia un incentivo a fare meglio e di più. Senza alcun dubbio, punteremo su una imponente campagna di informazione per arrivare agli obiettivi prefissati".

E' realistico pensare che Catania possa raggiungere il 42 per cento di differenziata entro un anno?  

"Credo di si. Punterei addirittura al 50 per cento nei prossimi 12 mesi, dopo una fase di start up lunga un semestre. Sono ottimista, però l'esperienza insegna che il difficile è mantenere la posizione una volta raggiunto un traguardo in aree metropolitane importanti come quella di Catania. Attualmente l'appalto etneo è il più grosso del Meridione. Proprio per questo abbiamo investito significative risorse, soprattutto da un punto di vista teconologico". La flotta Gema è composta da 150 mezzi. Entro sei mesi saranno 13 gli scarrabili elettrici adibiti allo spazzamento del centro città. Altri 71 mini compattatori saranno usati per ritirare la differenziata anche nelle strade più strette, consegnando poi il loro carico a camion di più grosse dimensioni. Il resto del 'lavoro sporco' sarà svolto da mezzi di grossa portata a due o tre assi, che compatteranno anche rifiuti particolarmente voluminosi come la plastica. 

Uno degli scarrabili elettrici di nuova generazione che saranno usati per lo spazzamento del centro storico

A suo avviso si sarebbe potuto spostare più in là (o anticipare) il termine per la rimozione definitiva dei cassonetti?

"La saturazione della discarica di Lentini e gli elevati costi di gestione dell'indifferenziato hanno sicuramente avuto un ruolo determinante in tutto questo. Il cassonetto in se non è un oggetto da demonizzare. Ci sono degli esempi virtuosi che potrei citare. In altre gare d'appalto, come quella di Ercolano, abbiamo proposto dei sistemi intelligenti con un controllo elettronico: chi paga regolarmente la tari può conferire autonomamente, tramite dei dispositivi di riconoscimento elettronico. Parliamo però di soluzioni difficili da attuare, e per larga parte sperimentali. Esistono anche dei macchinari in grado di separare in ogni sua parte i rifiuti secchi. Su un piano puramente teorico, potremmo anche prendere in considerazione una terza via, ritornando a quanto succedeva 30 anni fa e separando solo l'umido. La strada del porta a porta è senza dubbio più tortuosa e nessuno ha una bacchetta magica. Ma dobbiamo ragionare in una prospettiva di medio-lungo termine. Solo con un cambio radicale di rotta, su base regionale, si potrà risolvere il problema alla base".

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